Associazioni in Pillole: D.R.A.G.O.

By in
Associazioni in Pillole: D.R.A.G.O.

Continuiamo il nostro escursus sulle federassociate intervistando l’associazione D.R.A.G.O.
D.R.A.G.O. è un simpatico acronimo che sta per Distretto Rurale Agricolo Gastronomico Organizzato.
Alessio Guazzini, che ne è il Presidente, specifica subito che il DRAGO è un’associazione che accoglie
dentro di sé diverse realtà come aziende, persone fisiche, enti pubblici e privati.

L’associazione è nata nel 2018 con l’intento comune di salvaguardare il territorio delle Colline Metallifere sul fronte dell’ecosostenibilità e promuovere valori come la sana alimentazione e il rispetto dell’ambiente.

Grazie Alessio, ma qui, dopo questa presentazione, nasce spontanea una domanda.
Che cosa ci fa un’associazione impegnata nel settore agricolo e ambientale in un contesto come Federludo che si connota come federazione di associazioni ludiche? È il gioco del “Trova l’intruso?”.
Non c’è nessun intruso (sorridendo), semplicemente abbiamo capito, ovviamente io ma anche alcune
persone del Direttivo, che il gioco è uno strumento importantissimo e soprattutto efficace per trasmettere
valori legati alla vita quotidiana come il buon cibo, il rispetto dell’ambiente, le colture sostenibili.
Certo, è ormai noto che il gioco è un linguaggio universale con il quale si può trasmettere più o
meno qualsiasi cosa
, e in aggiunta, in maniera piacevole e divertente.
Esatto, noi abbiamo cominciato sin da subito ad usare la didattica ludica: nel 2018 abbiamo fatto dei
laboratori per gli Istituti medie inferiori sulla coltivazione dei semi, poi abbiamo tenuto sessioni di gioco
di ruolo e laboratori ludici per gli alunni delle scuole primarie su come non sprecare il cibo e sul concetto di “Km0”; ovvero, tramite il gioco, abbiamo fatto capire ai bambini perché è preferibile comprare prodotti locali anziché la merendina che viene da oltreoceano.
Quindi la presenza del DRAGO all’interno di Federludo, può fungere da apripista, essere un esempio per altre associazioni o enti, che magari si sentono lontane dal gioco in quanto tale, quando invece potrebbero trovare nuove modalità e interessarsi a questo strumento che è il gioco per divulgare e promuovere i loro valori.

Senza dubbio e me lo auguro vivamente.
Ci racconti un’iniziativa, un evento o un progetto particolarmente significativo?
Ovvero qualcosa che ti ha fatto capire che il gioco è un’esperienza che dovrebbe essere assunta nella quotidianità per il suo carattere aggregante, educativo, ecc.. e che può portare anche a importanti cambiamenti sociali.

Su manifestazione d’interesse della Regione Toscana abbiamo presentato una serie di iniziative per gli
Istituti Superiori della Toscana sul tema dei coltivatori custodi, ovvero quei coltivatori che conservano e
preservano la Banca del Germoplasma delle specie vegetali in via di estinzione.
Abbiamo creato un gioco, consistente in indovinelli in ottava rima, e gli studenti sono stati invitati a risolvere questi indovinelli per ottenere un punteggio in base al quale al gruppo vincitore sarà assegnato un premio; abbiamo già fatto due edizioni di questo progetto e ci stiamo preparando per la terza.
Come detto, il gioco è stato un mezzo per divulgare, divertendosi, alcuni concetti molto importanti. Gli studenti hanno visto quanta varietà biologica e agroalimentare esiste in Toscana, ma soprattutto hanno acquisito la consapevolezza che in Toscana ci sono persone che portano avanti il patrimonio genetico del loro territorio e che in futuro questo patrimonio passerà a loro.

Veramente interessante, e ciò che trovo molto incoraggiante è il fatto che ci sia una continuità nel
tempo, ovvero che queste iniziative non siano esperienze quasi fini a se stesse e di cui poi nessuno si
ricorda; invece sei arrivato alla terza edizione e questo significa che c’è stato da parte degli utenti
un riscontro più che positivo.

La continuità è un punto essenziale e in futuro vorrei coinvolgere l’Associazione ad aprirsi ad un aspetto
ancora più ludico.
Abbiamo iniziato con la Festa del Drago a settembre per dare vita ad attività ludiche costanti e durature nel tempo, proprio per far sì che il gioco sano ed intelligente diventi un’abitudine.
Poi guarda, secondo me, uno dei maggiori punti di forza del gioco è che offre sempre nuovi stimoli e nuove idee.
Ad esempio, siamo in procinto di realizzare uno spazio dedicato a rievocare in stile LARP (Live Action Role Playing) lo stile di vita del Basso Medioevo: ci saranno persone vestite con abiti d’epoca, chi farà dei tornei di spade, chi farà dei mestieri e così via.
Tutto questo, come si è detto finora, per trasmettere alcuni concetti come l’importanza di uno stile di vita più lento, l’attenzione alle risorse e allo spreco delle materie prime come l’acqua.

Che dire, è semplicemente fantastico. Bella anche la riflessione che hai fatto prima, è vero, il gioco è
uno strumento, un’attività duttile e variegata, che si può adattare a vari contesti e che offre quindi
stimoli sempre nuovi.
Stiamo andando nella direzione giusta, nel promuovere il gioco come valore culturale e sociale, o
manca qualcosa?

È un percorso lungo, ma ti direi che sì, stiamo andando nella direzione giusta.
Anche con Federludo, il fatto di aver organizzato un corso con i giornalisti per sensibilizzare su una comunicazione ludica corretta e appropriata, significa lavorare di cesello e i risultati del nostro lavoro si vedranno tra 10 anni.
Come si può vedere Federludo è in crescita, c’è più gente ed è più difficile gestirla, inoltre c’è il grande impegno di seguire il Forum del Terzo Settore dove ci sono un sacco di opportunità, ma dobbiamo andare avanti e, soprattutto, crederci.
Intendo: credere che Federludo sia uno strumento per noi stessi, per essere al passo con i tempi, partecipare ai bandi, collaborare con altre associazioni o enti, tutto questo affinché l’associazionismo ludico abbia un riscontro pubblico più efficace ed evidente. Federludo andrà avanti se ci crediamo.

Ringraziamo Alessio Guazzini per le sue risposte e vi diamo appuntamento alla prossima “pillola” delle nostre associazioni.