Lettera aperta al Quotidiano Nazionale

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Lettera aperta al Quotidiano Nazionale

Lettera aperta della Federazione Italiana della Associazioni Ludiche (Federludo) a Quotidiano Nazionale (La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno) sull’articolo intitolato “Gioco di Ruolo, una galassia pericolosa”

I molti appassionati di gioco di ruolo in Italia, hanno avuto modo di leggere questa mattina, 20 Marzo 2019, un articolo a firma del giornalista Andrea Bonzi pubblicato su La Nazione, Il Resto del Carlino e Il Giorno, a pagina 3 del Quotidiano Nazionale. 
Il servizio, dal titolo “Gioco di Ruolo, una galassia pericolosa”, descrive uno scenario culturale carico di stereotipi, in cui le dinamiche del gioco di ruolo tradizionale, ovvero quello basato sulla narrazione e sull’interpretazione sviluppata da un gruppo di giocatori intorno a un tavolo, si fondono senza cognizione di causa con quelle dei più moderni MMORPG, giocati su supporti elettronici come computer o consolle.

Un pezzo di approfondimento, scritto a corredo della tragica cronaca che racconta del decesso di Salvatore Cipolletti, il 24enne originario di Pisa precipitato a Varsavia dal balcone di un edificio, in cui si analizza, con poca chiarezza e altrettanta confusione, la pericolosa perdita di razionalità e l’alienazione dalla realtà dei giovani giocatori. A nostro avviso è un accostamento pericoloso e azzardato, poiché non vi sono ancora certezze sulla dinamica che ha portato alla morte di Cipolletti. Motivo per cui Federludo, nell’esprimere cordoglio e vicinanza alla famiglia del giovane Pisano, non può esimersi da esternare il proprio disaccordo verso il contenuto dell’articolo di un professionista dell’informazione come il giornalista Bonzi, e in particolare nei confronti del titolo scelto per il servizio.

Quello che Federludo critica dell’articolo in questione, non sono tanto le definizioni rese dei singoli fenomeni ludici, per quanto le definizioni di alcune tipologie risultino confusionarie, bensì l’accostamento, reso in chiave negativa e accusatoria, che viene fatto avvicinando il gioco nudo e crudo a fenomeni patologici: una scelta, quella di parlare indistintamente di dipendenza da gioco, azzardopatia, accostamenti controversi tra Furry e non meglio specificate pratiche sessuali, che va a creare un forte discrimine nei confronti di quella maggioranza che vive quotidianamente il gioco come una pratica sana e costruttiva.

L’attacco alla comunità ludica Italiana è a nostro avviso assolutamente lesivo anche alla salute dei progetti e delle iniziative promosse dai giocatori e dagli esperti di settore, provenienti da differenti ambiti tra i quali quello Accademico e quello scientifico, che utilizzano il gioco di ruolo come mezzo aggregativo, educazionale, benefico e clinico nella trattazione di alcune patologie. Tra le molte riteniamo opportuno citare alla conoscenza dei redattori di Quotidiano Nazionale l’impegno profuso a Roma dal progetto “Labgdr”, in cui il gioco di ruolo è utilizzato come supporto agli psicologi per il trattamento della sindrome di Asperger.


Il gioco di ruolo ha trovato la sua applicazione nel campo della beneficienza con le iniziative promosse da realtà come “All You Can Play For Charity” il cui operato è rivolto all’aiuto concreto dei bambini del reparti di oncologia della Lilt di Milano: nel solo weekend scorso, a un evento di Gioco di Ruolo fiorentino, l’impegno di questa realtà ha permesso di raccogliere oltre 1.000€ , metà dei quali provenienti dall’escape room tanto stereotipate nell’articolo di Bonzi. 
E ancora possiamo citare progetti che promuovono la didattica ludica nelle scuole come quello di “Kids & Dragons” e “Giocaruolando” il cui impegno è rivolto alla scuola primaria di secondo grado.

Una realtà caleidoscopica e positiva che non può essere messa in cattiva luce dal sensazionalismo giornalistico, il cui primo compito dovrebbe essere quello di fornire informazioni corrette, puntuali e sopratutto il più oggettive possibile, scevre da preconcetti e luoghi comuni che non fanno altro che incrementare, in chi questo mondo non lo conosce in prima persona, un senso di paura e sfiducia totalmente infondato. Riteniamo più opportuno che gli esperti dell’informazione, quali sono i giornalisti iscritti all’albo nazionale dei professionisti o dei pubblicisti, inizino a considerare il contributo di chi questo mondo lo vive quotidianamente, con risultati positivi, al fine di produrre articoli più puntuali e precisi su una tematica ormai divenuta parte della nostra cultura. 
Federludo rifugge ogni “caccia alle streghe” e ritiene che il mondo del gioco sano non possa divenire il capro espiatorio dell’opinione pubblica, così come non possiamo accettare accuse utilizzate come scorciatoie semplicistiche per cercare una “causa ad ogni costo” per fatti di cronaca dolorosi che meriterebbero riflessioni sociologiche e psicologiche più profonde, le quali dovrebbero essere affidati ad altri professionisti di settore.

In conclusione invitiamo il Quotidiano Nazionale e il giornalista Andrea Bonzi a rivedere quanto da loro già pubblicato sotto una nuova luce, prendendo in considerazione tutti i contributi arrivati in queste ore dal mondo ludico, con l’onestà intellettuale che crediamo non manchi a chi si occupa quotidianamente del delicato compito dell’informazione nazionale.

Federludo, 
a rappresentanza di tutte le Associazioni Ludiche Italiane che la compongono e di molte altre, che si schierano compatte a difesa valori ludici del Gioco.

#ioamoilgiocodiruolo